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La prima Harley Davidson con una rivoluzionaria sospensione posteriore elastica fù realizzata da un certo Gualtiero Ancillotti che nel 1932 aprì un’officina,a Firenze, proprio per la messa a punto delle mitiche moto Americane.
 
         
 
Successivamente, Gualtiero e i due figli Alberto e Piero si dedicarono alle elaborazioni della Lambretta che nel periodo del dopoguerra invadeva il mercato delle motoleggere. Le Lambrette-Ancillotti erano sicuramente dei mezzi non convenzionali viste le loro prestazioni che vantavano velocità di circa 140 Km/h!.
 
 
         
 
 
Alla fine degli anni 60 il marchio Ancillotti cominciò a farsi conoscere nei campi da cross, la prima motocicletta con le ruote artigliate era una 50 c.c. con motorizzazione Beta e a distanza di pochi anni arrivarono i nuovi 50 e 125 con motore Sachs.
 
         
 
Le moto Toscane cominciarono ad essere conosciute in molti paesi Europei e i successi sportivi non si fecero attendere. Molti furono i piloti che portarono questa moto alla vittoria elencarli tutti sarebbe impresa quasi impossibile, anche perché l’Ancillotti riscosse successi non solo nel cross ma anche nella regolarità e nel trial.
 
 
         
 
  Come per altre case motociclistiche Italiane, gli anni 80 segnarono un inesorabile declino, la concorrenza Giapponese costrinse anche l’Ancillotti alla chiusura.  
         
 
L’Italia vanta un gran numero di marchi leggendari che tra l’inizio e la fine degli anni 80 scomparvero. Oggi, fortunatamente, molti di questi tornano in auge grazie a persone come Roberto Gilberti che di recente ha fatto rinascere l’Ancillotti presentando una moto tecnologicamente all’avanguardia che sicuramente rilancerà il mitico marchio toscano.
 
 
         
 
 
 
         
 
 
 
         
         
 
 
         
         
   

 
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