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La Climber fu la prima moto di serie ad adottare il raffreddamento a liquido e le forcelle a steli rovesciati , presentata nel 1989 ottenne subito grande interesse per le sue innovazioni tecnologiche. Il motore a disco rotante di grosse dimensioni prometteva buone prestazioni ed affidabilità. La prima versione del 1989 , appariva rispetto alle rivali del momento, meno compatta forse più adatta ad un uso moto alpinistico, ma alla guida risultava stabile e abbastanza maneggevole.
 
         
         
 
 
 
         
 
 
La versione del 1991 raggruppava molti aggiornamenti tecnici che la rendevano più performante rispetto ai modelli precedenti. I risultati ottenuti dal nostro grande Diego Bosis , pilota ufficiale Aprilia nelle stagioni passate, dimostravano che la nuova Climber aveva raggiunto un buon livello di perfezionamento.
 
         
 
La moto aveva una nuova geometria di sterzo ed una diversa distribuzione dei pesi, il parafango posteriore veniva abbassato conferendo una linea meno crossistica, la struttura portante era collocata su una trave superiore scatolata di grandi dimensioni che fungeva da elemento di reazione tra la sospensione posteriore ed il canotto di sterzo, anteriormente la culla aperta si sdoppiava all’altezza del radiatore , un robusto traversino quasi a contatto con lo scarico univa la struttura , mentre un altro tratto di tondino proteggeva lo spigolo inferiore del radiatore. Dal punto di reazione dell’ammortizzatore scendevano due profilati a sezione rettangolare che chiudevano posteriormente il telaio. Il telaietto posteriore smontabile era in alluminio come il forcellone posteriore a sezione rettangolare con angoli smussati. Un sistema di biellismi in alluminio consentiva un intervento progressivo dell’ammortizzatore modificato rispetto ai modelli precedenti nelle tarature con varie possibilità di regolazione.
 
 
         
 
 
Il propulsore Rotax monocilindrico raffreddato a liquido era l’unico ad utilizzare nel campo del trial l’ammissione a disco rotante, nella versione 91 questo dispositivo venne ulteriormente migliorato grazie ad un nuovo disegno del disco che ottimizzava la linearità di erogazione ai bassi regimi.
 
         
 
L’alimentazione era garantita da un carburatore Dellorto PHBH26BS con diffusore a sezione ovale e galleggianti separati, la trasmissione primaria era ad ingranaggi a denti dritti e il cambio era a sei rapporti.
 
 
         
 
 
DATI TECNICI Aprilia Climber 91:
Motore monocilindrico a due tempi raffreddato a liquido, distribuzione regolata da disco rotante e dal movimento del pistone, alesaggio e corsa 76x61 mm, cilindrata 276,6 cm3, compressione 9,5/1, carburatore Dellorto PHBH 26 BS, accensione elettronica a scarica capacitiva, trasmissione primaria ad ingranaggi a denti dritti 23/67 e finale a catena 11/42. Frizione multi disco in bagno d’olio, cambio a sei rapporti 1-3,4; 2-2,667; 3-1,999; 4-1,369; 5-1,095; 6-0,7

Ciclistica: monotrave scatolato sdoppiato all’altezza del radiatore, forcella tele idraulica a steli rovesciati, escursione 170 mm diametro delle canne 35 mm. Sospensione posteriore forcellone con monoammortizzatore e sistema di biellismi per azionamento progressivo. Ruota anteriore 2,75 x 21 con cerchio akront in alluminio con canale da 1,6, ruota post. 4,00 x 18 con cerchio akront in alluminio con canale da 1,85. Pneumatici tipo tubeless. Freno anteriore a disco flottante da 185 mm di diametro, freno posteriore a disco da 160 mm.

Lunghezza 2012 mm.
Larghezza 845 mm.
Altezza max 1110 mm.
Interasse 1325 mm.
Altezza minima da terra 320mm.
Altezza sella 720 mm.
Altezza pedane 385mm.
Peso 87 kg.

 
         
 
 
 
         
         
   

 
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