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Il motocross approdò in Piemonte alla fine degli anni 50 e gli appassionati del “nuovo” sport cominciarono ad essere numerosi. A quel tempo, in Italia, non esistevano motociclette adatte per l’uso crossistico, di conseguenza ogni pilota doveva crearsi dei prototipi utilizzando versioni stradali. Questa necessità favorì la nascita di preparatori in grado di trasformare moto stradali in mezzi sufficientemente performanti e robusti.
 
 
         
 
 
Le case costruttrici di moto leggere di maggior importanza erano costituite dalla Moto Guzzi e dalla Gilera, questo creò due schieramenti, i piloti che preferivano la Gilera si affidavano a Mario Bessone e quelli che optavano per la Guzzi si rivolgevano a Michele Fraire. Due grandi preparatori entrambi Piemontesi ed entrambi di Saluzzo, una combinazione che permetteva agli appassionati del cross di percorrere poca strada per visionare le due differenti “nuove creature”.
Michele Fraire iniziò la sua carriera di preparatore realizzando uno stornello da cross per partecipare alle gare del campionato regionale classe 175, in seguito cominciò a costruirle anche per altri che verificando la validità del mezzo si affidavano alle sue capacità.
 
         
 
Le caratteristiche dello Stornello Fraire, derivate dalla versione stradale, erano costituite da un motore portato a 174 cc utilizzando un pistone ad H del diametro di 61,8 mm, la frizione aveva due dischi, in più il cambio adottava un diverso ingranaggio della prima che era più lunga, l’albero a camme era diverso dall’originale come anche le valvole portate ad un diametro di 33 mm per l’aspirazione e a 29 mm lo scarico. La corsa del pistone era allungata di 4 mm disassando l’asse della biella.
Il carburatore Dell’Orto UB24BS2 veniva montato modificando il collettore per ridurre gli ingombri, nelle prime versioni il telaio veniva rinforzato ma successivamente Fraire realizzò un nuovo telaio che aveva un baricentro più basso a favore della stabilità.
 
 
         
 
 
La marmitta passava lateralmente con un silenziatore finale a tromboncino, le forcella anteriori erano Ceriani o Marzocchi ,mentre gli ammortizzatori Ceriani, le ruote venivano sostituite con un’anteriore da 19 pollici e una posteriore da 18.
Le sovrastrutture erano realizzate in vetroresina questo permetteva di ridurre notevolmente i pesi migliorando l’estetica.
Essendo motociclette artigianali potevano differire l’una dall’altra in diversi particolari a seconda dell’esigenza del cliente, per questo motivo le caratteristiche sopra elencate possono variare, la cosa che noi possiamo consigliare per avere informazioni dettagliate è quella di contattare direttamente Michele Fraire ancora concessionario Moto Guzzi.
 
         
         
   

 
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